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mercoledì 3 aprile 2013

COME RICORDARSI I NOMI DELLE PERSONE







Se anche tu fai parte del nutrito gruppo di quelli che, alle feste, formatta in tempo reale i nomi delle persone che ti vengono presentate, questo articolo è per te. Il motivo principale per cui ci dimentichiamo i dati è banale: non facciamo attenzione. A questo bisogna aggiungere almeno tre elementi di disturbo alla memorizzazione: la rapidità con cui nomi ci vengono sciorinati, mentre di solito ci stiamo presentando a nostra volta; l’ambiente spesso rumoroso e, last but not least, il fatto che di solito (ammettiamolo!) poco ce ne importa. Eppure, imparare i nomi delle persone e utilizzarli nella conversazione è importante in quanto ci permetterà di fare una buona impressione ed essere ricordati a nostra volta. Essere chiamati per nome da una persona appena conosciuta è lusinghiero e dà la sensazione di aver colpito l’attenzione dell’interlocutore. Ora, per quanto banale possa sembrare, la lusinga funziona. Ammorbidisce, ben dispone e suscita interesse. A quasi tutti piace sentirsi considerati. Possibile che il semplice ricordarsi di un nome abbia un potere così grande? Provare per credere; se poi al momento del commiato riuscirai a salutare tutti per nome susciterai, te lo garantisco, un certo scalpore. Ormai è un numero nel quale ho acquisito una certa abilità e ogni volta me ne godo i risultati. Esistono varie tecniche per ricordare quasi istantaneamente i nomi al momento delle presentazioni. Tutti questi metodi non prescindono da una tecnica di base: ascoltare. L’informazione deve pervenire non solo all’orecchio ma anche al cervello; se non abbiamo capito, non c’è nulla di male a farsi ripetere. I tre metodi che utilizzo di solito e che ti propongo di seguito possono essere combinati tra loro secondo le tue preferenze.
Metodo n. 1 Abbinare alla persona appena conosciuta un omonimo di nostra conoscenza. Se mi viene presentato un Andrea, visualizzerò accanto a lui, come una specie di angelo custode visibile solo a me, il mio compagno di università Andrea. Se non avessi un conoscente diretto con il nome che mi serve, potrei utilizzare un personaggio famoso, come, ad esempio,  Andrea Camilleri.  L’esercizio mentale consiste nell’abbinamento di due fisionomie; richiede un po’ di pratica, ma è piuttosto semplice da applicare.
Metodo n.2 Immaginare la persona appena conosciuta in una situazione strampalata, utilizzandone il nome come “tema”. Mi rendo conto che spiegato così non è chiarissimo, per cui ricorrerò a qualche esempio. Se mi viene presentata una Angela, me la immaginerò con due ali che sbucano dalla schiena. Nel caso di un Francesco, idealmente lo vestirò di un saio francescano. Nicola avrà in testa un cappello da Babbo Natale (ovvero San Nicola). Letizia indosserà un’ allegra maschera raffigurante uno Smile.  Se siete ferrati in onomastica, potete provare ad abbinare la persona con le caratteristiche del personaggio da cui deriva il nome. I santi cristiani (in particolare i martiri) vi possono fornire una galleria sterminata di immagini originali. Potrà essere divertente immaginare un Sebastiano trafitto di frecce, una Lucia con i bulbi oculari in mano o un Lorenzo con il segno della graticola stampato in volto. Costruire queste associazioni in tempo reale è un fantastico esercizio di immaginazione, ma richiede parecchia pratica.
Metodo n. 3 Ripetere mentalmente i nomi delle persone appena presentate. Se vi trovate in compagnia di qualcuno che le conosce meglio di voi, chiedetegli di ripetervi i nomi per consentirvi un ripasso. Se avete modo di conversare con qualcuno di nuovo, usate il suo nome nel corso della conversazione.
Approfitta della prossima occasione sociale: anche se sarà noiosissima, sfruttala come allenamento mnemonico e divertiti a ricordare quanti più nomi possibile!

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