Le strette relazioni fra Cuore e Cervello: perché è necessario allinearli e tenerli in equilibrio
Non esiste separazione fra questi due organi ma dialogo e continua ricerca di equilibrio
Si pensa che sia il cervello che regola l’attività mentale e invece, come insegna la medicina cinese, è il cuore.
È l’attività pensante che è programmata per corrispondere al cuore
piuttosto che viceversa. È come essere cresciuti su un malinteso che
dice: il processo cerebrale deve precedere e ottenere credito poi,
semmai, vedremo anche le ragioni del cuore. Stando ai fatti, il primo a
formarsi nell’embrione è il cuore. Il cervello viene dopo e ciò che
prima si forma ha la precedenza e richiede il rispetto della
temporalità. Perché, direte voi?
Semplice, poiché senza
cuore niente cervello. Imporre l’attività cerebrale sul cuore significa
bypassarlo e poi non lamentiamoci se abbiamo bisogno del bypass! E qui
passo con voluta facilità dal cuore fisico al centro energetico del
Cuore, all’area del torace, davanti e anche dietro. La distinzione tra
il cuore-muscolo e l’area energetica-spirituale che lo accoglie sta
diventando sempre meno netta, anche per la scienza. Il cuore anatomico,
si scopre, non è solo una pompa e tuttavia quando si dice Cuore la mano
istintivamente sa dove andare, e si poggia al centro del petto e non a
sinistra dove è situato l’organo. Allineare il cervello al cuore è ciò
che prende il nome di coerenza cuore-cervello – quando la mente combacia
con il cuore – ora sempre più esplorata in campo scientifico. È come un
pochino sotto-mettere (in senso letterale) il principio maschile del
capo (testa) a quello femminile del seno (non a caso area del cuore), i
quali poi armoniosamente si affiancano. Questa sottomissione infatti va
intesa alla luce di un ordine di precedenza, come di un qualcosa che si
evolve grazie a chi viene prima. Si sa il cervello – e la sua area
pensante, la mente-intelletto – crede di essere il capo (da qui anche il
nome di testa=capo) e vorrebbe sempre tener testa. Gli piacerebbe e ci
prova, così è fatto, tuttavia è il cuore e la più ampia area ritmica che
lo accoglie la sua l’intelligenza intuitiva, il Governatore, il
Maestro. Ed è mia intenzione affiancare il cuore fisiologico all’area
spirituale detta del Cuore piuttosto che separarli nettamente, come mai
l’antica medicina cinese e il loro Tao hanno fatto. Sebbene sia
consapevole che le capacità del Cuore spirituale si espandano ben oltre
forma, tempo e spazio, oltre anche l’ampio toroide di frequenze
elettromagnetiche emesse dal cuore fisico, di recente sotto la lente
delle nuove scienze. Tale radianza elettromagnetica permea ogni cellula
del corpo, incluse quelle del cervello. E questo già dovrebbe convincere
i più razionali dubbiosi a imparare di nuovo ad ascoltare la “sua
voce”.
Il cuore fisiologico è
l’organo più sonoro del nostro corpo, il suo ritmo scandisce il
contrarsi e l’espandersi del movimento della vita in ogni punto nodale
dell’organismo. In questo senso tutto il corpo pulsa nel Cuore,
anche se a una prima occhiata distratta potrebbe sembrare il contrario.
Il cuore possiede anche un sistema nervoso autonomo, per più della metà
è costituito da neuroni e può diminuire e accelerare i propri battiti
senza ricevere impulsi dal cervello. Lo sviluppo evolutivo del cervello
che si è dimostrato progressivo e plastico sembra richiedere ora più che
mai il coinvolgimento del cuore. Le capacità cerebrali hanno bisogno di
essere illuminate dal Cuore per scoprirsi nella loro sconosciuta
ampiezza. L’intelletto arriva fin dove può, e ora più che mai l’urgenza delle qualità del Cuore si fa sentire.
Meglio è dire che il loro congiunto corrispondersi è la base
dell’armonia mente-cuore di cui sembra necessitare una rinnovata
umanità. Quali sono queste qualità? Apprezzamento, sincerità,
gentilezza, rispetto, considerazione, gratitudine, generosità,
attitudine al sorriso, apertura, inclusione, gioia e dall’altro lato,
dispiacere, tristezza, amarezza, chiusura… Assai auspicabili e degne di
essere coltivate le prime, il troppo di ognuna di esse può provocare un
senso di squilibrio. Chi, direte voi, può sentirsi squilibrato nella
gioia? Se questa assume caratteristiche di attaccamento emozionale e di
eccesso per esempio di esuberanza sopra le righe, di entusiasmo
altisonante. Come si dice: sembrava gioia, ma era un calesse! Ogni
organo ha un suo gemello, che lo radica. Nel caso del cuore si tratta
dell’intestino tenue, l’area energetica ombelicale dell’hara della
tradizione giapponese e del cosco di quella andina. Esso collabora con
il cuore a veicolare in basso eventuali eccessi di energia assumendo
caratteristiche digestive da un punto di visto fisiologico ed
energetico, evitando congestioni, ristagni di sangue e di emozioni nella
parte bassa della pancia che possono essere disfunzionali anche per le
ovaie e le mestruazioni. E direi anche per i meno conosciuti effetti
sulla prostata. Soprattutto per la donna l’asse cuore-ventre è molto
importante, sebbene tenda quale moderna creatura ubicata spesso nella
testa a dimenticarsene. È con la pancia che sente di voler far parlare
il Cuore, è nel ventre che ne percepisce la quiete e lo scombussolo, del
suo ed eventualmente di quello di un nuovo essere. In lei infatti
possono pulsare due cuori contemporaneamente, quale misteriosa
meraviglia! E venne chiamata due cuori. Che magari nulla ha a che fare
con la narrazione di un libro così titolato di cui non ricordo il
contenuto.
Detto questo, che ne sappiamo noi del Cuore?
Qual è la nostra esperienza diretta? Ci fermiamo ad ascoltarlo? E non
intendo il suo pulsare, talvolta impazzito da non poter essere
trascurato? Ci prendiamo qualche momento per conoscerlo? Per comunicare
con il Cuore? Per ascoltare con i suoi orecchi, guardare con i suoi
occhi? Per parlargli e parlare con la sua bocca? Per toccare, con la
consapevolezza diretta che le mani sono un suo prolungamento? Basta raccogliersi un attimo, magari chiudere gli occhi e sentire la comunicazione diretta tra il Cuore e ciò che è toccato.
È un gesto semplice, di cui abbiamo dimenticato la naturalezza. Si
tratta di riscoprire la differenza tra ascoltare, guardare, toccare,
parlare con la testa e farlo invece con il Cuore. Si può cominciare con
la musica, iniziare consapevolmente a lasciarla entrare nel Cuore, ad
ascoltarla con le sue orecchie, rimanendo in ascolto dello stesso Cuore,
tornando a essere un po’ esploratori e un po’ scienziati pronti a
meravigliarsi di ciò che il Cuore ha in serbo per noi. Possiamo
“raggiungerlo” accompagnando il respiro, riposare nella sua ampia area,
un attimo, espirando. Così come la stufa o il caminetto, una volta
accesi, diventano il cuore della casa, spargendo calore, luce e senso di
allegria, questo è il posto del Cuore nella nostra vita. Di un Cuore
acceso. E pare quindi più di una semplice coincidenza che l’organo cuore
sia legato all’elemento fuoco. Il calore, il tepore, l’apertura e la
morbidezza che ci coglie vicino al fuoco, sono presenti nel Cuore. Un
calore che arde e non brucia. Come l’amore saggio. Che cosa potrebbe
rendere un freddo inverno più dolcemente caldo?
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